Energia locale e condivisa: nel 2040 la bolletta potrebbe sparire

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Energia locale e condivisa: nel 2040 la bolletta potrebbe sparire 

2040: l’energia diventa locale, digitale e condivisa 

Quando immaginiamo il 2040, non descriviamo un futuro lontano o fantascientifico. Parliamo di un sistema energetico che abbiamo iniziato a costruire oggi, insieme gli operatori sui territori in cui anche noi di Greenergy lavoriamo ogni giorno. In questo scenario, la “bolletta” potrebbe diventare un concetto superato. Il principio sarà: l’energia non si acquista, si produce, si condivide e si bilancia localmente.

La trasformazione è iniziata quando la produzione centralizzata ha lasciato spazio a una generazione diffusa, basata su fotovoltaico civile avanzato, impianti agrivoltaici e campi solari su superfici recuperate da cave, discariche, tetti industriali e brownfield. In Greenergy ci siamo mossi in questa direzione fin dall’inizio: la possibilità di convertire superfici inutilizzate in infrastrutture energetiche distribuite ha reso più concreto il passaggio verso un modello autonomo e locale.

Uno dei principali vantaggi della tecnologia fotovoltaica è proprio quella di poter trovare un’applicazione efficace in molte situazioni concrete: edifici civili, complessi industriali, aziende agricole e terreni inutilizzati. La produzione distribuita di energia, quindi, si può avvantaggiare notevolmente con l’installazione di impianti fotovoltaici avanzati, che si adattano facilmente a diversi spazi, creando interazioni con altri comparti produttivi. È un modello che oggi muove i primi passi, ma che nel 2040 immaginiamo che sia diventato l’ossatura portante del sistema energetico.

A rendere possibile questo cambio di paradigma è stata anche la diffusione delle microgrid: reti locali, urbane, industriali o agricole, capaci di bilanciare in modo autonomo produzione, accumulo e consumo. Qui entrano in gioco anche i sistemi di accumulo BESS, che, grazie allo sviluppo tecnologico già in atto, nel 2040 non saranno più un accessorio, ma la colonna vertebrale della flessibilità energetica. Ogni nodo della rete – abitazioni, aziende, impianti agrivoltaici, servizi pubblici – diventerà un hub energetico che produce energia, la immagazzina, la scambia.

Il risultato è un sistema energetico più resiliente, più sostenibile e, soprattutto, più vicino ai suoi utilizzatori. Un’energia che nasce e rimane nel territorio.

Il valore economico dell’energia condivisa: aziende e famiglie senza bollette

Se guardiamo al 2040 con uno sguardo operativo, ciò che emerge è un modello energetico in cui la convenienza economica deriva dalla condivisione dell’energia, non dall’acquisto. Gli impianti di produzione diffusa dell’energia, infatti, rappresenteranno per molte comunità locali una vera e propria infrastruttura capace di ridurre in modo strutturale i costi energetici per famiglie, aziende e amministrazioni pubbliche. In un contesto di produzione diffusa, la “bolletta” si trasformerà totalmente in un flusso di compensazioni tra utenti che partecipano a una stessa rete locale, ognuno con un ruolo attivo.

In particolare, per le imprese questo scenario è particolarmente interessante. Molte aziende, soprattutto nei distretti produttivi, hanno iniziato a strutturarsi come ecosistemi energetici autonomi, integrando impianti fotovoltaici, sistemi di accumulo BESS e piattaforme digitali di gestione dell’energia. Nel 2040 prevediamo che queste configurazioni diventeranno comuni: capannoni industriali, stabilimenti logistici e centri di produzione potranno coordinare produzione e fabbisogno in tempo reale, riducendo quasi a zero i prelievi dalla rete nazionale nelle ore più costose.

Un ruolo decisivo sarà svolto dall’energy sharing. Le piattaforme di scambio locale dell’energia permetteranno a più soggetti di valorizzare la produzione in eccesso, scambiandola con chi ne ha bisogno all’interno della stessa microgrid. Si tratta di un modello P2P regolato da algoritmi che bilanciano costi, priorità e disponibilità di energia, garantendo trasparenza nelle transazioni. Nei distretti più avanzati questi sistemi daranno origine a veri “mercati energetici di quartiere”, con tariffe dinamiche basate sui flussi locali e non più sui prezzi nazionali.

Anche l’agricoltura avrà certamente un ruolo strategico. Gli impianti agrivoltaici evoluti, integrati con sistemi di irrigazione e gestione agricola digitale, potranno contribuire alla produzione locale e allo stesso tempo supportare la redditività delle aziende agricole. Nei territori rurali, l’energia condivisa diventerà una leva per stabilizzare i costi e rendere più resilienti le filiere produttive.

Il risultato è un modello in cui la competitività delle imprese non dipenderà più dal costo dell’energia acquistata, ma dalla capacità di produrla e gestirla in modo condiviso.

Come prepararsi oggi: cosa possono fare imprese e amministrazioni

Se guardiamo alla prospettiva del 2040, la differenza principale non sarà tecnologica, ma organizzativa. I territori e le comunità che riusciranno davvero a ridurre o eliminare la bolletta saranno quelli che avranno pianificato con anticipo la propria infrastruttura energetica locale. Per imprese e amministrazioni locali significa iniziare oggi a mappare potenziali superfici produttive – tetti industriali, coperture agricole, terreni marginali, cave e discariche dismesse – e trasformarle gradualmente in asset fotovoltaici collegati a sistemi di accumulo e configurazioni di autoconsumo.

Un secondo passaggio riguarda la gestione dei flussi. Fotovoltaico, BESS e comunità energetiche devono essere integrati in un’unica strategia, senza rimanere tecnologie e interventi isolati. Per le aziende questo significa dotarsi già da ora di piattaforme digitali di energy management, capaci di prevedere produzioni, fabbisogni e opportunità di scambio con utenti vicini. Per le amministrazioni locali significa iniziare a facilitare la nascita di microgrid nei territori, semplificando iter autorizzativi e costruendo partenariati pubblico-privati con operatori specializzati.

Gli incentivi già disponibili possono accelerare questo percorso. Il Decreto FER-X, i bandi del PNRR, il Piano di Sviluppo Rurale e le misure regionali a sostegno dell’agrisolare stanno offrendo in questi anni strumenti concreti per realizzare impianti fotovoltaici, accumuli energetici e configurazioni di autoconsumo collettivo, riducendo i costi iniziali e migliorando la sostenibilità economica dei progetti. Oggi queste opportunità rappresentano il primo passo per costruire ciò che nel 2040 diventerà un’infrastruttura energetica locale consolidata.

In questo scenario, noi di Greenergy possiamo assumere un ruolo tecnico preciso: progettare e sviluppare impianti fotovoltaici su superfici complesse, integrare sistemi di accumulo sempre più performanti e flessibili e garantire la gestione operativa nel tempo. Il nostro lavoro quotidiano con aziende agricole, distretti industriali e amministrazioni comunali ci permette di trasformare queste opportunità in progetti reali, già orientati verso il modello energetico del 2040.

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