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Comunità Energetiche: Energy Sharing

Scritto da Greenergy | 13/03/23 14.52

COMUNITÀ ENERGETICHE: LO SHARING APPLICATO ALL’ENERGIA

Crisi energetica ed emergenza ambientale spingono i Governi a mettere in atto strategie per raggiungere una maggiore indipendenza dall’importazione e uso di fonti fossili con una conseguente riduzione di emissioni nocive.

L’obiettivo finale è l’autonomia energetica Europea e la salvaguardia dell’ambiente.

L’Unione Europea ha già imposto ai Paesi membri ambiziosi obiettivi di decarbonizzazione entro il 2030 con il piano REpowerEU. L’aumento delle anomalie climatiche ha addirittura portato ad anticipare alcuni traguardi al 2027.

Con queste premesse si sta sviluppando sempre di più il concetto di condivisione dell’energia. Già noto da tempo nel Nord Europa, si sta diffondendo velocemente anche nel resto del continente, dando origine alle cosiddette comunità energetiche rinnovabili.

Una comunità energetica è un’organizzazione di soggetti che produce energia da fonti rinnovabili basandosi sul valore della condivisone e sul concetto di autoconsumo.

Una CER (comunità energetica rinnovabile) può essere formata da cittadini, piccole e medie imprese, associazioni, enti religiosi o pubbliche amministrazioni. Da un punto di vista legislativo, questo è possibile grazie all’entrata in vigore del DL 162/19 (articolo 42bis) e dei relativi provvedimenti attuativi: la delibera 318/202/R/eel dell’ARERA e il DM 16 Settembre 2020 dell’ex Mise (attuale MASE).

Per costituire una CER sarà necessario, anzitutto, individuare un’area dove realizzare l’impianto da fonti rinnovabili, che sarà messo a disposizione degli utenti associati connessi alla stressa cabina primaria. Successivamente, dovrà essere costituito uno statuto o un atto costitutivo il cui scopo non può essere il profitto finanziario, ma l’ottenimento di benefici ambientali, economici e sociali.

VANTAGGI ECONOMICI:
Le tensioni geopolitiche in atto hanno portato a un’inevitabile aumento dei prezzi dell’energia. L’Italia è notoriamente povera di materie prime. Questo rende il nostro Paese dipendente dall’estero per circa il 99% del fabbisogno energetico.

La costituzione di una CER può portare vantaggi di tipo economico. Il primo e sicuramente non poco rilevante è il taglio dei costi in bolletta. Questo aspetto dipende, però, dalla quantità di energia prodotta e consumata dai membri della comunità oltre che dagli incentivi statali. La CER, infatti, percepisce un incentivo economico pagato dallo Stato sull’energia condivisa all’interno della comunità. Tutta l’energia prodotta in eccesso, invece, viene immessa nella rete di distribuzione nazionale per la vendita.

UN FUTURO PIÙ GREEN:
Dal punto di vista ambientale, la produzione e la condivisione di energia proveniente da fonti rinnovabili si traduce in una sostanziale riduzione delle emissioni di Co2. Una CER promuove l’indipendenza energetica e l’allontanamento dall’utilizzo di combustibili fossili e materie prime esauribili. Un passo in avanti verso gli obiettivi di decarbonizzazione imposti dall’UE al 2030 per un futuro più eco-sostenibile.

UNA COMUNITÀ SOLIDALE:
Appartenere a una CER significa prendersi cura della comunità abbattendo le distanze sociali. Con la riduzione dei costi energetici si promuove l’inclusività sostenendo il valore della condivisione e della coesione sociale.

UN MONDO IN CUI “SHARING” SARÀ LA PAROLA D’ORDINE:
Se si pensa al futuro, potremmo immaginare città e comunità locali in cui le CER siano il modello di fruizione e approvvigionamento energetico.

Un mondo in cui necessità produttive e di consumo pubblico e privato siano condivise, ottenendo sistemi ottimizzati e costi più convenienti.
Di fatto ciò che non verrà consumato da uno potrà esserlo da chi ne ha realmente bisogno creando una comunità di consumo virtuosa.
Si creerebbe un processo di produzione da fonti energetiche e autoconsumo a progressivo impatto zero.

Chiaramente si parla di un’evoluzione che richiederà sostegno da parte dei Governi.
I tempi per la realizzazione di quello può essere definita come “Sharing” energetico devono essere necessariamente accelerati. È qualcosa che non può essere più procrastinato. Lo richiedono le necessità di tutela dell’ambiente e quelle di sostentamento del nostro sistema produttivo.